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Halloween: zucche, spiriti e scherzetti in giro per il mondo

Creata da La Redazione il
Halloween: zucche, spiriti e scherzetti in giro per il mondo

Nonostante nel nostro paese Halloween sia divenuto popolare solo negli ultimi anni, è una festa antichissima, molto amata e ancora piena di mistero. Sembra che le sue origini vadano ricercate in Irlanda, dove da secoli il 31 ottobre si accendono falò nelle campagne e i bambini, indossando costumi spaventosi, vanno a visitare i vicini chiedendo “trick or treat?” – dolcetto o scherzetto? – per poi spesso festeggiare tutti insieme mangiando il barnbrack, un pane dolce fatto con la frutta. 

Dall’Irlanda, Halloween si è diffuso un po’ in tutto il mondo, anche se con tempi e modalità diverse. Gli Stati Uniti sono sicuramente l’esempio più celebre, dove la tradizione del dolcetto o scherzetto è accompagnata da feste e decorazioni. È una festa davvero popolare, tant’è che il 65% degli americani addobba la propria casa con zucche, ragnatele e scheletri finti. Inoltre, a New York, nel cuore del Village, si tiene ogni anno una parata che vede sfilare più di 60.000 artisti, ballerini e circensi. Sebbene i tradizionali festeggiamenti irlandesi e americani abbiano preso il sopravvento ormai dappertutto, spesso perdendo il loro significato originario, Halloween è la notte in cui gli spiriti ritornano sulla terra. Proprio per questo in Austria si usa lasciare pane e acqua sul tavolo in segno di benvenuto e in Germania, invece, si fanno sparire i coltelli, per evitare che i morti possano ferirsi. In Belgio si accendono candele in ricordo dei defunti, mentre in Repubblica Ceca si sistemano delle sedie attorno al camino, una sedia per ogni membro della famiglia e per ogni defunto, e in Inghilterra si usa lanciare pietre per scacciare gli spiriti maligni. 

Halloween è festeggiato anche in Oriente, in Cina, con il nome di Teng Chieh. È un momento molto spirituale, dove si usa offrire cibo e acqua ai propri defunti e si accendono lanterne e falò per segnalare alle anime erranti la via. Nei templi buddisti è tradizione realizzare barche di carta da bruciare poi la sera, mentre a Hong Kong durante lo Yue Lan, la “festa dei fantasmi affamati”, si incendiano foto di frutta e denaro per raggiungere così gli spiriti e portare loro conforto. Anche il Giappone ha una festa dedicata agli spiriti ancestrali, l’Obon, che però cade d’estate, dove vengono preparati piatti particolari e si appendono lanterne rosse un po’ dappertutto per poi liberarle in mare o nei fiumi.

Dall’atmosfera totalmente diversa è “El Dia de los Muertos”, in Messico. È una festa che dura tre giorni, inizia addobbando le tombe dei defunti con fiori, dolci, foto per poi culminare in un picnic al cimitero, il 2 novembre. Nei villaggi spesso si tengono anche delle parate: persone vestite da scheletri danzano per le strade e una bara, con all’interno un uomo vivo, viene trasportata tra lanci di caramelle, fiori e frutta in segno di benevolenza. Sebbene possa sembrare curioso, fa capire come questa festa voglia sì ricordare i morti ma anche celebrare la vita. 

 


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